25 febbraio 2007

Trasloco

Ho trasferito armi e bagagli qui

14 novembre 2006

Un'offerta che si può rifiutare


Devo cambiare casa. Così domenica mattina sono una dato a vederne una. Mi si presenta un signore sulla cinquantina, un po’ panzuto e scuro, calabrese. Mi scruta da capo a piedi, apre la porta dell’appartamento. Dopo cinque minuti di giro turistico in un appartamento di si e no trenta metri quadri, il tipo ci fa sedere sul divano e lui si siede su uno sgabello, più in alto rispetto a noi. Inizia a parlare di mafia. Racconta che ha avuto dei problemi, un processo al tribunale del lavoro per un posto prestigioso che a suo avviso era il suo ma che era occupato da un altro. Gli è durato otto anni e alla fine l’ha perso pure. In tutta serenità poi dichiara candidamente di essere andato dal boss del suo paese, e di avergli esposto la situazione: «In ventiquattrore mi ha risolto il problema», afferma compiaciuto. «Bisogna vedere in che modo gliel’ha risolto» rispondo. «eh vabbè, che devi fare, sennò ti fai otto anni di processo e perdi pure.», ha ribattuto. E ancora, parlando della corruzione della precedente giunta regionale della Calabria, gli ho fatto presente che anche in questa giunta c’è più di qualcuno con delle indagini in corso che lo riguardano personalmente, e gliene ho fatto il nome. «ma nooooo, quello è braaaavo! E’ corrotto, però è bravo!» E’ corrotto, però è bravo.
Continuando a fare il giro turistico dei trenta metri quadri in cui vuole metterci tre persone avevo sempre più la conferma di che tipo di uomo avessi a che fare. E lui non si smentiva, non esitando a farmi notare i marmi pregiatissimi fatti su misura apposta per lui dal padrino, il costosissimo intonaco delle pareti. Gli ho chiesto se potevo togliere quei quadri di merda che aveva appeso ai muri, ha risposto risentito: «ma guarda che questi li ho già intestati a mio figlio, questa qui è una tonnara… anzi, mi raccomando, i chiodini rovinano l’intonaco…»
«Il sud sta cadendo a pezzi, ve ne dovete andare tutti, più lontano possibile», ha detto.

03 novembre 2006

Woody Guthrie Vs Briatore


Sono convinto che le cose tipo i libri, i cd, le mostre che vedi, tutto ciò di cui t'interessi, insomma, non sei tu a cercarlo. Sono loro che ti trovano, quando dicono loro.
Io da un po' di tempo ascolto continuamente Bob Dylan. Se Highway 61 Revisited fosse un disco, vero, ovvero avesse forma e materia, l'avrei già consumato in tre settimane. Ma ascoltandolo dall'iPod non si corrono questi rischi.
Allen Ginsberg, appena tornò dall'India, fu invitato ad ascoltare A hard rain's a-gonna fall. Scoppiò a piangere di commozione perché si rese conto che il testimone era passato ad un'altra generazione. Nel 1963, Ginsberg aveva trentasette anni, Bob Dylan ventidue.
E noi? Quando sentiremo queste parole? quando avremo un presidente come JFK, che dichiarò anche lui: «il testimone è passato ad un'altra generazione, non chiedevi cosa l'America può fare per voi, ma cosa voi potete fare per l'America»? Quando molleranno la presa? O quando noi saremo all'altezza di pretendere che il testimone ci venga passato?
Il fatto è che le differenze tra i giovani degli anni '60 e noi sono abissali. Loro erano avidi. Avidi di vita, di sapere, di cambiamenti. La vita era la loro, e volelano esserne padroni. Qualcuno dei nostri padri, sebbene cresciuto in un paese sperduto, agricolo, del profondo sud, a diciotto anni aveva già letto Sartre. (Mio padre no, era democristiano).
Sono cambiate molte cose. La maggior parte di noi oggi è avida, sì, ma di denaro soltanto. Denaro fine a se stesso poi. Ostentazione barocca, pacchianissima, oscena e dannosa. Quarant'anni fa i miti dei ragazzi erano scrittori, poeti, musicisti, pittori. Un mito dei ventenni di oggi sarebbe Briatore: tessuti leopardati, bellissime bagascie che lo circondano, polverina magica a stufo e oro, oro, oro in ogni dove. Immaginatevelo napoletano. Non piemontese, napoletano. Secondo me è quello l'accento suo.
Non sono ancora riuscito a capire se tutto questo l'abbiamo voluto noi, se è la conseguenza naturale di qualcosa, se c'è qualche disegno preciso.
Non lo so. Però non mi fa stare sereno.
Mi piacerebbe avere dei riferimenti vivi e soprattutto con ancora tutti i capelli in testa, insomma. Baricco lo definiscono ancora una giovane promessa ed ha quarantanove anni. Roy hargrove, nel jazz, è nato nel 1969. Anche gli Afterhours, dopotutto, c'hanno gli anni loro.
Nel '59 Miles Davis, dopo Kind of Blue, a trentatré anni, lo volevano già far diventare un pezzo da museo, un rappresentante della vecchia guardia.
Non produciamo più nulla di nuovo. Siamo spenti, fiacchi, apatici.
I ventenni! i ventenni! loro sono la speranza. E' a quell'età che disponiamo del massimo del nostro potenziale creativo. Prima che lo stupore dinanzi alla vita si spenga, con l'acqua dei concorsi al ministero, le tasse, le multe, il tfr, gli occhiali, le lozioni anti-caduta, i non mi sento tanto bene stasera cara, sono stanco, restiamo a casa...

No direction home, un magnifico documentario, opera di Martin Scorsese. Inizia con Bob Dylan che dice:

«La mia ambizione era di partire e, in una sorta di Odissea, andare alla ricerca della mia casa che avevo lasciato molto tempo prima e non ricordavo più dove fosse.
Cercandola, sulla strada avrei fatto degli incontri. Non avevo realmente altre ambizioni.
Sono nato lontano da dove sarei dovuto nascere, sto andando a casa.»
oòoòl