24 giugno 2006

Abbiamo un Problema


Il Manifesto è in grave pericolo.
Entro la fine dell'anno la Pirelli Re di Tronchetti Provera sfratterà il giornale dalla sua sede storica, in via Tomacelli, a Roma.
I giornalisti sono di nuovo senza stipendio, da febbraio (e guadagnano tutti la stessa cifra, intorno ai 1.400 euro, dal direttore responsabile all'ultimo - si fa per dire - dei redattori, tutti). La campagna abbonamenti è ancora sotto un migliaio di copie rispetto al minimo delle previsioni e, non avendo i bilanci in negativo, non si può chiedere lo stato di crisi.
Insomma entro settembre bisogna necessariamente trovare 1,5 milioni.
In momenti come questo, in cui le fonti d'informazione libera e soprattutto indipendente si contano sulle dita di una mano, non possiamo permetterci di svegliarci un mattina e non trovare più il quotidiano di Valentino Parlato, Rossana Rossanda, Luigi Pintor e tutti gli altri grandi maestri di giornalismo, e di vita, che ogni giorno ci raccontano (o ci hanno raccontato) i fatti senza che nessuno dica loro come raccontarceli.
Il Manifesto rischia la pelle perché è fuori dal mercato pubblicitario, con le sue regole di funzionamento, di spartizione e di controllo. Rischia perché è un giornale, quindi già di per sè penalizzato a tutto vantaggio della televisione, efficientissima fabbrica di appiattimento delle coscienze, e rischia ancorpiù perché autonomo e indipendente. Il che, considerando l'attuale sistema omologato e omologante, non è affatto cosa da poco.
Dunque, cerchiamo tutti quanti, anche chi non si riconosce nelle idee sostenute dal "quotidiano comunista" (orgogliosa rivendicazione delle origini che, come dice lui, non rende giustizia) ma ha a cuore la Democrazia e l'informazione vera, quella fatta da giornalisti e non da addetti stampa, di fare la nostra parte, magari sottoscrivendo un abbonamento, oppure versando un contributo, seppur piccolo, a seconda delle nostre possibilità.

Nessun commento:

oòoòl